Plasma iperimmune

Coronavirus, al via uno studio della Regione che coinvolgerà donatori e pazienti che hanno contratto l’infezione

Dopo la Lombardia, anche in Emilia-Romagna prende il via lo studio per valutare la fattibilità di un percorso di produzione di plasma, la componente liquida del sangue, da pazienti e donatori che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2 sviluppando poi gli anticorpi.
A tale scopo, l’Avis Provinciale di Reggio Emilia si è attivata inviando a tutti i suoi donatori il seguente messaggio:
“Se hai avuto Covid documentato negli ultimi 60 giorni (e sei guarito) chiama il 0522304033, lun-ven 8:30-17:30 – sab 8:30-12:30, per eventuale donazione. Grazie!”
Infatti, i donatori Avis che si renderanno disponibili a partecipare alla ricerca, lasciando i proprio dati alla segreteria di Avis, verranno poi ricontattati da un medico del Centro Trasfusionale dell’ Arcispedale Santa Maria Nuova per concordare ed eseguire  gli esami relativi allo screening degli anticorpi.
Se il donatore risulterà idoneo (dipende dalla percentuale rilevata di anticorpi) verrà poi interpellato per programmare un’eventuale donazione plasma.

Nota bene: la ricerca è rivolta ai soli donatori uomini *

* NON è consentita la donazione di plasma per uso Clinico a donne che abbiano avuto gravidanze portate a termine o meno, per la prevenzione della TRALI, grave patologia respiratoria dovuta al possibile sviluppo di anticorpi in gravidanza. Pertanto, tutto il plasma femminile da sempre è dedicato alla lavorazione industriale per cui, le donatrici, non possono essere coinvolte nello studio del plasma iperimmune poiché, anche se non sanno di avere avuto gravidanze, è possibile che abbiano avuto aborti anche misconosciuti per cui rappresentano comunque un rischio per il ricevente.

(fonte: www.avisre.it)